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Foto Omnimilano(OMNIMILANO) Milano, 21 OTT – “Occorre chiedersi se con le stesse risorse, o addirittura meno, in questi anni si poteva fare meglio e di più sul fronte del welfare”. Così in una nota il capogruppo di Milano Popolare, Matteo Forte, commenta gli 8,3 milioni stanziati dalla giunta per disoccupati ed emarginati.
“E’ oggettivo che in una città come Milano il Comune non è affatto l’unico soggetto in grado di contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Per questo motivo, sostengo da tempo, anziché tenersi le risorse in pancia, l’Amministrazione dovrebbe pensare di ‘aiutare chi aiuta’. Così genererebbe un effetto moltiplicatore per cui a fronte di pochi contributi pubblici si raggiunge una platea di cittadini molto più ampia dell’attuale”. Prosegue Forte: “Il welfare va completamente ripensato, perché alla lunga non è più economicamente sostenibile l’idea che il Comune si occupi dei sempre più complessi e numerosi bisogni che una crisi ormai strutturale ed un mercato del lavoro sempre più flessibile producono. A chi oggi batte le mani per una dilatazione della spesa sociale dico: attenzione, anche questo è popolusimo.
Bisogna ragionare sul lungo periodo sapendo che la pubblica amministrazione dovrà svolgere sempre più un ruolo di regia ed essere meno interventista. Essa dovrà rivedere la propria spesa sia a vantaggio di quell’effetto moltiplicatore che si genera quando ci si limita ad aiutare chi già aiuta, a sostenere cioè il volontariato e il privato sociale in prima linea, sia per ridurre una pressione fiscale locale che ormai è un freno a chi con la propria impresa crea occupazione e ridistribuisce ricchezza. Una politica seria si pone l’obiettivo di spezzare quel corto circuito per cui per sostenere una sempre crescente capacità di spesa pubblica sociale si spremono coloro che sono gli unici in grado di far crescere il tessuto economico: i produttori. Lo schema – conclude Forte – dovrebbe essere rovesciato: se la pubblica amministrazione vuole combattere la povertà e la disoccupazione, deve favorire chi produce ricchezza e lavoro usando la leva fiscale in senso premiale e limitarsi a dirottare le risorse pubbliche verso coloro che sono capaci per loro natura di un intervento sociale più capillare, più prossimo al bisogno, più puntuale ed efficace nella risposta”.

Matteo Forte

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