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Untitled designQuando nel 2012 il governo Monti introdusse l’Imu, a Milano il salasso fu maggiore poiché qualche anno prima ci fu una rivalutazione dei valori catastali. Quella “stangata”, nel pieno della crisi economica, fu causa di – per esempio – di un significativo aumento dei costi del lavoro per chi era proprietario di capannoni. O addirittura causa di nuova povertà per numerose famiglie. La delibera con cui ieri il Consiglio comunale ha approvato l’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione, ovvero i costi di costruzione dovuti a Palazzo Marino, rischia oggi di creare una situazione analoga a quella di circa dieci anni fa.

Non c’è un automatismo tra oneri e aumento dei prezzi del mercato immobiliare. Tuttavia questa rivalutazione, imposta nell’attuale contesto di crisi energetica e generale aumento dei costi delle materie prime, può concorrere significativamente. Di certo non si concorre ad affrontare seriamente il tema del caro affitti, così prepotentemente tornato alla ribalta della cronaca. Rimane il problema di fondo di questa giunta e di ogni politica condotta dalla maggioranza di centrosinistra: l’assenza di una visione generale e l’approccio multidisciplinare ai problemi di Milano.

Nello specifico, inoltre, non si persegue – pur dichiarandolo – l’obiettivo di una maggiore perequazione e ridistribuzione dei valori di mercato tra centro e periferia. Vero è che gli oneri per il residenziale sono maggiori nella cerchia che individua il primo rispetto a quella che identifica la seconda (l’83% della città). Tuttavia non c’è convenienza nel rigenerare case e palazzi in periferia, poiché i dati delle tabelle dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI), su cui si basa il calcolo degli oneri, non risultano realistici rispetto al Terziario. Quest’ultimo, infatti, spesso viene transato come cessione di società e in un secondo momento posto in affitto e non venduto come unità immobiliare. Ciò concorre ad un evidente squilibrio tra i servizi e le case (con, per esempio, un costo in alcune aree fuori dal centro di 2.500 euro al mq per gli uffici e 5.800 per le abitazioni civili) e, di conseguenza, ad un calcolo del valore degli oneri erroneamente tutto a vantaggio dei primi. Con il risultato che le case belle, nuove e dignitose continuano ad essere preferibilmente realizzate in centro.

Matteo Forte

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