Pera al Pirellone: in Europa il vento sta cambiando
Per il partito conservatore in Europa si intravede ”un futuro assai promettente, perché c’è un vento nuovo in Europa e l’elettorato si sta spostando verso partiti che sono diversi rispetto a quelli tradizionali, come il Pse che è in forte crisi quasi dappertutto”.
Lo ha detto il senatore di Fratelli d’Italia ed ex presidente del Senato, Marcello Pera, a margine dell’incontro “Un’altra Europa da conservare”, svoltosi lunedì 10 luglio al Palazzo Pirelli di Milano.
”Il vento sta cambiando: c’è una rivalutazione e un richiamo delle tradizioni nazionali, un’Europa che va più verso l’Europa delle nazioni che non verso un’Europa di carattere cosmopolitico e de-costruttivista come è stata questi ultimi tempi”. Per questo le prossime europee ”saranno elezioni molto importanti e anche entusiasmanti”, ha detto Pera, sottolineando come ”in Europa il conservatorismo, che prima era un’idea residuale di piccoli gruppi nazionalisti, adesso sta diventando un’idea quasi egemonica”.
Naturalmente il conservatorismo non è semplicemente sovrapponibile al populismo e al sovranismo. Quelle sono state reazioni a quell’Europa laicista e relativista. Il conservatorismo è qualcosa che nel riproporre “Dio, Patria e Famiglia”, secondo Pera, richiama a dimensioni dell’uomo che proprio l’Europa che abbiamo conosciuto fino ad oggi vuole cancellare. Sono le dimensioni “della nazione, intesa proprio come terra dei padri, che ci consegna una storia ed una tradizione dentro le quali noi acquistiamo il valore delle cose”; ma anche la dimensione religiosa, “per cui di fronte ad un musulmano che arriva è sbagliato non dire nulla; anche gli stranieri si aspettano che a loro diciamo il nostro essere cristiani”.
“Fino ad ora l’Europa ha attaccato la Polonia e l’Ungheria dicendo di voler difendere lo Stato di diritto. Ma finché questo si limita a tecniche e prassi, magari in tema di giustizia, va bene. Se invece Stato di diritto significa andare contro la tradizione di una nazione, come in tema di famiglia e i cosiddetti diritti civili, non va più bene. La Polonia – ha concluso l’ex presidente del Senato -, che ha nella sua tradizione cattolica ciò che la identifica e le ha permesso di resistere al comunismo e sconfiggerlo con Giovanni Paolo II, si ribella e vediamo anche lì il soffiare di un vento nuovo per il nostro continente”.