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1997842_MGTHUMB-INTERNA“La posizione dell’Islam storicamente è quella del rispetto profondo per i simboli sacrali di ogni fede religiosa, le denunce di quelli che credono che la sacralità dello Stato e dell’educazione possa essere assicurata dal fatto di levare o mantenere un crocifisso in classe non sono mai state avanzate dalla comunità islamica ma piuttosto da istanze di un certo radicalismo ideologico, agnostico e ateo“. Così Hamid Abd al-Qadir Distefano, Imam della Coreis (Comunità Religiosa Islamica Italiana) ha risposto ieri interpellato in merito alle polemiche sulla presenza di simboli religiosi nelle aule scolastiche a margine di un dibattito sulla Carta di Milano, al teatro della terra presso il sito Expo. In particolare Distefano è stato interpellato rispetto all’episodio che ha visto protagonista un giovane studente minorenne di origine nordafricana che, a Vigevano, è stato sospeso per venti giorni dopo aver rimosso il crocifisso appeso in aula e averlo messo fuori dalla finestra

Le parole molto chiare pronunciate dall’Imam Hamid Abd al-Qadir Distefano sono importantissime. Rispetto a quanto dice sui simboli religiosi della nostra tradizione presenti nei luoghi pubblici, e la critica mossa ad un laicismo ideologico dai tratti più antireligiosi che aconfessionali, Distefano ha una posizione preziosissima. Chi ha a cuore il dialogo tra culture, che una certa sinistra vorrebbe depurato dal fattore religioso, non può che individuare in persone come l’imam della Coreis validi interlocutori da legittimare. Da queste parole si capisce bene con chi privilegiare il dialogo, perché sono un discrimine tra un Islam compatibile con la società plurale rispetto a quello politico e fondamentalista che sta per ricevere da questa giunta addirittura aree pubbliche su cui edificare moschee.

Matteo Forte

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