Riconoscimento “figli” coppie omogenitoriali: la mia lettera al Prefetto
A seguito delle dichiarazione dal palco del Milano Pride del Sindaco Sala ho deciso di scrivere al Prefetto. Ecco il testo della missiva. Buona lettura!
Milano, il 5 luglio 2022
Eccellenza,
Signor Prefetto
La presente per segnalarLe quello, che a giudizio di chi scrive, e secondo la normativa vigente, potrebbe far ipotizzare un abuso nell’esercizio del potere di ufficiale di governo da parte del Sindaco.
In particolar modo mi riferisco alle frasi pronunciate dallo stesso nel corso della manifestazione denominata “Milano Pride” e svoltasi il 2 luglio 2022. Il Sindaco di Milano dal palco dove si alternavano gli oratori avrebbe pronunciato le seguenti parole, come riportato dall’agenzia Adnkronos dello stesso 2 luglio delle ore 18.38: «Da ieri abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. Con grande gioia ho firmato i provvedimenti ieri nel mio ufficio». Tra l’altro questa iniziativa seguirebbe quella del 4 aprile 2019, in cui sarebbero stati trascritti nel registro dell’Anagrafe del Comune di Milano atti di nascita di bambine e bambini generati mediante surrogazione di maternità, pratica quest’ultima espressamente vietata dall’art. 12, sesto comma, della legge n. 40 del 2004.
Le leggi vigenti (art. 30 del d.p.r. 396/2000, art. 269 c.c. e artt. 4,5,8 e il già citato 12 della legge 40/2004) non consentono di ritenere leciti i provvedimenti rivendicati da Giuseppe Sala circa «il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali» presso gli Uffici di Stato civile, poiché l’ordinamento italiano – addirittura nella sua Legge fondamentale (artt. 29 e 30 della Costituzione) – riconosce l’attribuzione del rapporto genitorialità-filiazione solo a soggetti che abbiano un legame biologico con il nato, salvo specifiche eccezioni puntualmente previste dal legislatore (come ad esempio gli artt. 44 e seguenti della legge n. 184/1983 sulla cd. adozione in casi particolari, ma sempre concepita a tutela del minore e non del pur legittimo desiderio di filiazione, e sempre dietro provvedimento dell’autorità giudiziaria).
Non devo ricordare, soprattutto a Lei, il potere di Ufficiale di stato civile compete al Sindaco in quanto delegato dal Governo, non già in quanto conferitogli dall’Amministrazione comunale: il suo esercizio è pertanto strettamente vincolato dalla legge dello Stato, non già da decisioni del Sindaco, della Giunta, o del Consiglio comunale.
Certo di un Suo cortese riscontro, mi pregio di offrirLe i miei più deferenti ossequi.
Il Consigliere comunale
Matteo Forte