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Una vera riforma per la Città metropolitana

image(OMNIMILANO) Milano, 07 APR – “Altro che legge speciale, ci vorrebbe una riforma della Costituzione vera”. Lo dichiara il consigliere comunale del Polo dei milanesi, Matteo Forte, rispetto alla richiesta al governo da parte del vicesindaco metropolitano di maggiori fondi ad hoc per Milano. “Il problema non è togliere le castagne dal fuoco degli attuali amministratori per far tornare loro i conti, ma rendersi conto che nell’area metropolitana di Milano si produce il 10% del Pil nazionale, si contano 300mila imprese con quasi due milioni di addetti, il reddito medio pro capite è di 25mila euro contro i 17 di quello nazionale: o si lascia la Città Metropolitana di Milano libera di correre e trainare il resto del Paese, o qualunque altra misura serve solo a prolungare l’agonia di un territorio e di una nazione”.

Prosegue il consigliere di minoranza: “Stiamo modificando la Costituzione di fatto riducendo gli spazi di partecipazione democratica, invece di portare a compimento le riforme strutturali che riducono i costi di funzionamento delle amministrazioni pubbliche e dare più autonomia alle comunità locali. La Città Metropolitana di Milano, ad oggi, è una grande occasione persa. Per rilanciare questo territorio, e quindi trainare il resto del Paese, occorrerebbe invece riconoscerle in Costituzione una reale autonomia finanziaria, con pieno controllo delle entrate e delle uscite sul bilancio e conseguente facoltà di creare una fiscalità di vantaggio che premi chi crea lavoro e ricchezza. Certo, questo comporterebbe il rischio di creare un potere che contiene e frena quello ipertrofico dello Stato centrale e, in questo momento, di Palazzo Chigi in particolare”.

Conclude Forte: “Per questo motivo non mi aspetto nulla di buono dall’attuale amministrazione, sia locale che nazionale. Né mi aspetto nulla dalla prossima Local tax che, a costituzione invariata o anche variata dall’attuale maggioranza parlamentare, confermerà solo la possibilità per i Comuni di fare cassa sulla pelle di famiglie e imprese aumentando le aliquote”.

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