Mi devo aspettare anch’io una condanna per essere andato in visita al carcere di Opera con Renato Farina? In un anno dall’inizio del mio mandato ho visitato tre carceri milanesi. La prima volta il 12 novembre 2011 a Bollate. Alcuni volontari, che passano il loro tempo libero a parlare e a stringere amicizia con quanti sono detenuti lì, hanno chiesto settimane prima l’autorizzazione per potermi far entrare e visitare quel penitenziario. Questo perché, a differenza di consiglieri regionali e parlamentari, noi consiglieri comunali per legge non possiamo accedere senza autorizzazione. Infatti la dinamica si è dovuta ripetere nuovamente in occasione della visita della sottocommissione carceri all’Istituto minorile Beccaria. E si ripeterà il prossimo 17 luglio quando con i miei colleghi visiteremo San Vittore.
L’unica volta che non ho richiesto la previa autorizzazione è stato quando, il 3 gennaio scorso, ho accompagnato l’on. Renato Farina a Opera, dove tra gli altri abbiamo visitato proprio Lele Mora. Ero dotato di carta d’identità e tesserino da consigliere del Comune di Milano. E Farina così mi ha presentato, spiegando che lo avrei accompagnato perché seguo il tema “carceri”. Non abbiamo commesso nessuna violazione. La legge 354 del ’75 prevede al comma l-bis) che “l’autorizzazione non occorre nemmeno per coloro che accompagnano” i parlamentari.
Sono quindi rimasto di stucco quando ho sentito che il mio amico Renato Farina è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per aver replicato l’episodio con un altro accompagnatore. Mi chiedo se devo aspettarmi anch’io un processo per essermi interessato a un tema tanto importante che riguarda la città che rappresento.