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Attentato all’Anpi: il legislatore non getti benzina sul fuoco

Da tesserato all’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, fondata dal grande Enrico Mattei, non posso che esprimere solidarietà alla sezione Anpi di Legnano, vittima di un attentato.

Com’è stato ricordato, in questi giorni sono accaduti fatti e ricorrenze che mostrano quanto ancora in Italia ci sia bisogno di una purificazione della memoria e di una conciliazione pur nelle differenze. Non è possibile che si verifichino ancora violenze al solo rievocare vicende della nostra storia: quasi sicuramente anche il vile gesto dell’altra sera a Legnano è figlio del clima che il Paese ha vissuto negli ultimi giorni.

Da questo punto di vista mi chiedo anche quanto certe scelte affrettate del legislatore contribuiscano a gettare benzina sul fuoco. In particolare penso all’ipotesi di introduzione del cosiddetto reato di negazionismo. Le teorie folli si fermano con la forza del dibattito scentifico e della formazione delle giovani generazioni, non con il codice penale. Ogni nuovo reato d’opinione è un limite alla libertà d’espressione che quanti hanno combattuto contro i totalitarismi del Novecento, come i nostri partigiani, devono invece difendere strenuamente. Come hanno dichiarato alcuni illustri costituzionalisti, punire penalmente un’opinione, per quanto esecrabile, in nome della tutela della dignità umana, finisce per ledere quella di chi si vuole rendere inoffensivo con l’introduzione del nuovo reato. La libertà d’espressione è parte integrante della dignità della persona. Spetta alla vivacità culturale e accademica di una società mostrare tutta l’inconsistenza scientifica, o la pericolosità, di certe teorie. Non alle aule di tribunale.

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