Milano, 03 giu – (Nova) – “Solidarietà a Carlo Lucchina, ex Dg della sanità lombarda condannato dalla Corte dei conti a pagare 175 mila euro di danni a Regione Lombardia quali risarcimento a Beppino Englaro per il rifiuto a interrompere alimentazione e idratazione alla figlia Eluana, ormai 15 anni fa”. Lo dichiara Matteo Forte, presidente della II Commissione Affari istituzionali ed Enti locali del Consiglio regionale della Lombardia.
“Un accanimento su uno dei migliori dirigenti che il sistema sanitario regionale abbia mai avuto, che allora come sempre non si è mosso per convinzioni personali, ma forte del parere dell’Avvocatura regionale. Del resto, lo stesso provvedimento della Corte d’Appello di Milano del 2008, con cui si attribuiva al tutore la facoltà di sospendere l’idratazione e l’alimentazione a Eluana, non era esecutivo, ma solo autorizzativo. Tant’è vero che quel provvedimento non era definitivo, ne’ comportava obblighi per le strutture ospedaliere e quindi era appellabile, come hanno riconosciuto anche gli stessi giudici di primo grado che hanno assolto Lucchina”. “Non solo – prosegue ancora Forte -. Va ricordato che in quelle settimane del 2009 si era di fronte a una situazione senza precedenti: infatti la Corte di cassazione nel 2007 aveva affermato un principio di diritto, tra l’altro appellandosi alla controversa ricostruzione postuma della volonta’ della donna sulla base dello stile di vita precedente alla condizione di disabilità in cui si era venuta a trovare nel frattempo, e in totale assenza di una normativa specifica di riferimento. Addirittura, ci fu un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sfociato in uno scontro istituzionale tra l’allora governo Berlusconi, autore di un decreto d’urgenza, e il Presidente Napolitano che non lo volle firmare”.
“Stupisce che, stando a quanto si apprende dai media, non si siano affrontate le questioni giuridiche di merito che portarono a quella legittima scelta di Regione Lombardia, ma si è inteso invece giudicare la coscienza personale di un integerrimo servitore delle istituzioni, a cui va la mia personale solidarietà. Il tribunale delle coscienze deve essere rigettato dal nostro sistema liberale e garantista”, conclude Forte. (Com)