Poi uno si chiede perché l’opposizione insorga contro la Giunta Pisapia. Basta leggere Repubblica. E dicasi Repubblica, non i famosi giornali “di famiglia” tanto screditati dagli antiberlusconiani. No, la Repubblica. Il quotidiano dell’Ingegnere per eccellenza: De Benedetti. Stiamo parlando di uno dei principali sponsor della maggioranza rosso-arancione che siede a Palazzo Marino. E proprio la Repubblica, con un articolo sulle pagine locali firmato da Alessandro De Nicola, spiega il bilancio di previsione 2012. Venerdì 15 giugno scriveva: «Il bilancio di previsione 2012 presentato dalla giunta e attualmente in discussione colpisce per un elemento: il simultaneo balzo in avanti delle entrate e delle spese correnti».
«Infatti le entrate del Comune grazie a Imu, Tarsu e addizionale Irpef volano da 1,02 nel 2011 a 1,271 miliardi per il 2012, non diminuiscono quelle per trasferimenti da altri enti pubblici e, grazie anche ai 413 milioni provenienti dalle banche per l’affare derivati, dall’applicazione di nuovi principi contabili e da una stretta sulle multe, le entrate extratributarie salgono da 1 a 1,73 miliardi. Se contiamo le alienazioni, le riscossioni di crediti e altre voci, il totale degli introiti passa da 3,815 a 5,732 miliardi. La giunta ci è andata pesante: sull’Imu l’aliquota prima casa è lo 0,4 per cento (non si è approfittato della possibilità di dimezzare), quella sugli altri immobili dell’1,06 per cento, il massimo. La tassa sui rifiuti aumenta in media del 21%, ma per i commercianti si eccede il 40%: un vero salasso. Anche l’addizionale Irpef è progressiva fino allo 0,7 per cento per i redditi più alti, un record. In più, opera un meccanismo assai bislacco per il quale se qualcuno guadagna meno di 33.500 euro è esente, se ha un reddito di 33.501 l’addizionale la paga su tutto il reddito, non sulla parte eccedente».
E passiamo al lato delle spese correnti: «quest’anno la voce “enti partecipati” si è sestuplicata, passando da 2,2 a 13,5 milioni, in gran parte per 11,5 milioni dedicati a interventi per Sogemi, la società che gestisce i mercati generali. Poiché non è più il tempo dell’Antica Roma e non c’è bisogno del praefectus annonae per distribuire alla plebe il grano delle province, è bene vendere al più presto Sogemi a operatori del settore che la facciano funzionare meglio ed evitino perdite al Comune». Ma questo semplice ragionamento, cioè lasciare che “operatori del settore” “facciano funzionare meglio” e con meno sprechi interi comparti e servizi, può essere esteso a qualunque altro settore che in questo bilancio vede aumentare le spese correnti: «I fondi discrezionali per la cultura sono intatti, in quanto il Comune si fa promotore di iniziative, mostre, eventi. Per lo sport si può fare lo stesso discorso della Sogemi: +23 per cento di fondi assegnati, quando MilanoSport potrebbe tranquillamente essere venduta ai privati e far ricavare a Milano soldi preziosi evitando oltretutto di spendere 13,1 milioni come si farà quest’anno. Le iniziative procommercio sono dispendiose e dirigiste; la benevolenza verso certe linee su gomma dell’Atm, mantenute in funzione nonostante lo scarso utilizzo da parte degli utenti, non è giustificabile. L’assunzione di 300 nuovi vigili urbani e 150 maestre d’asilo doveva essere rimandata a tempi migliori o forse mai effettuata. L’aumento degli stanziamenti per i Consigli di zona equivale ad una pioggerella inutile di denaro nel momento in cui si cerca di ridurre il numero e le prebende di chi appartiene alla casta dei politici».
Grazie all’articolo di De Nicola ora anche a sinistra qualcuno penserà che l’opposizione forse non ha tutti i torti. E che se il vento nuovo di Pisapia ha saputo solo riportare Tabacci a Milano, di certo non si sta preparando il passaggio alla Terza Repubblica ma un brusco ritorno indietro, alla Prima.