(OMNIMILANO) Milano, 15 LUG – “Di fronte all’orrore quasi quotidiano che ieri ha fatto ancora irruzione sulla Promenade des Anglais di Nizza, affiorano solo le parole suggerite dalla nostra tradizione giudaico-cristiana: Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza (Sp, 13-14)”. Così in una nota Matteo Forte, consigliere comunale di Milano Popolare.
“Queste sono considerazioni innanzitutto umane, pre-politiche, che prescindono dalla parte in cui si è deciso di militare e dalle polemiche sulla sicurezza. Tuttavia una posizione simile ha anche valenza e implicazioni sulla sfera pubblica. Anche persone di fede musulmana possono condividere quelle parole. Infatti alcuni lo fanno. E quelli che lo fanno hanno il coraggio di assumersi la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni. Come il vicepresidente degli imam di Francia, Hocine Drouiche guida della comunità di Nimes, che dopo i tragici fatti di ieri sera ha dichiarato: ‘Annuncio le mie dimissioni e il mio rifiuto di queste istituzioni incompetenti che non fanno nulla per la pace sociale e che non la smettono di ripetere che l’estremismo non esiste, che è prodotto dai mass media’. E ancora: ‘Spero che gli imam di Francia lascino perdere le loro riserve negative e, soprattutto, che non parlino nelle loro prediche del venerdì di argomenti che non hanno nulla a che fare con l’attentato. Il loro ruolo è quello di combattere l’odio e l’integralismo religioso‘. Parole molto diverse da quelle sentite solo qualche giorno fa all’Arena civica, in occasione della fine del Ramadan, dove ancora una volta si è ripetuto il refrain che i terroristi non sono islamici”.
Conclude Forte: “Non basteranno nei prossimi giorni le manifestazioni e le dichiarazioni di circostanza contro gli atti di terrorismo. Occorre una distinzione netta tra islam e islamismo, innanzitutto all’interno delle stesse comunità musulmane, come ha fatto Drouiche. E che le istituzioni tutte, anche il Comune, selezionino i propri interlocutori con decisione e senza la paura politicamente corretta della discriminazione”.