“Abbiamo poco tempo, ma abbiamo il dovere di rispondere ad un’emergenza”. Con queste parole sono intervenuto lunedì scorso nell’aula di Palazzo Marino in qualità di vicecapogruppo di Forza Italia, in merito al taglio dei finanziamenti alle materne paritarie private di Milano. Sottolineo l’aggettivo “private” perché anche quelle comunali sono paritarie. Questo per ragionare sul tema al netto delle polemiche ideologiche.
Il 30 ottobre scade la convenzione con cui il Comune eroga derrate alimentari fresche alla materne paritarie private della città. Si tratta di 690 mila euro che, sommati ad altri 550mila contributi, significano un taglio di 1 milione e 240 mila euro sulla pelle di 7 mila famiglie. Apprendere l’entità di questa scelta, a fronte del milione e 750 mila euro spesi lo scorso anno per 7 Domenicheaspasso con finalità ‘pedagogiche’, appare come una beffa per quanti hanno l’esigenza di luoghi educativi per i propri bambini. Ad ogni modo, se il consiglio comunale non rimedia al danno creato dalla Giunta Pisapia e molte materne paritarie private fossero costrette a chiudere i battenti, causa gravosi costi aggiuntivi impossibili da preventivare, il Comune vedrà aggiungersi ai 244 bambini, rimasti ancora in lista d’attesa, qualche altro migliaio. Non venga poi la maggioranza a parlarci di servizi in sede di bilancio. Questa è la sinistra dei disservizi ai cittadini.