Un Ordine del Giorno, presentato da me e Cappato a fine dicembre, ha impegnato giovedì scorso Palazzo Marino in un dibattito sulle aziende partecipate. Peccato che il Sindaco sia andato completamente fuori traccia. L’Odg, infatti, parlava molto chiaro: dopo una ricognizione dell’intero patrimonio comunale e dei servizi erogati direttamente, il Sindaco avrebbe dovuto ragionare su cosa è “servizio pubblico”, distinguendo tra proprietà delle strutture e gestione dei servizi, e valutare “vantaggi” e “svantaggi” di ogni ipotesi di privatizzazione.
È venuto invece a parlarci delle sforbiciatine date ai Cda delle aziende partecipate, per ridurre qualche emolumento, spacciandole per innovazioni in nome della pubblica moralità. Ma a tal proposito ha dimenticato di ricordare il brutto pasticciaccio di Tabacci sulla vendita di quote di Sea, e per cui nel dicembre di due anni fa è stato aperto un fascicolo in Procura. Ha dimenticato di dire che i risultati di A2a sventolati in aula sono stati raggiunti dalla dirigenza liquidata a fine anno perché nominata dalle precedenti amministrazioni di centrodestra. Su Atm, addirittura, ha agitato gli ever green arancioni della “mobilità” e della “decongestione”, ma una volta esclusa l’ipotesi di fusione con TreNord non ha speso una parola per disegnare una nuova strategia che svincoli il Comune dagli oltre 700 milioni annuali di spesa corrente relativa.
Insomma, non una parola in merito a quanto chiesto dall’Odg firmato dal sottoscritto e votato dal Consiglio comunale. Nessuna riflessione su quel miliardo e 600 milioni di patrimonio posseduto da Palazzo Marino e per mantenere il quale si scarica tutto il peso sui contribuenti. Eppure, per rimanere sull’impostazione morale di Pisapia, come scrisse Luigi Sturzo nel 1946 – di ritorno dal lungo esilio antifascista – anche accentrare larghi flussi di denaro nelle mani di enti pubblici e applicare conseguentemente sistemi fiscali ingiusti e vessatori è immorale».