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Affondata la legge sul fine vita. Cappato: daremo noi i farmaci

di Massimiliano Salvo, su la Repubblica di mercoledì 20 novembre 2024

Il voto segreto non è servito. E neppure gli appelli in extremis «a garantire la libertà di scelta», dalla sinistra e dall’unico (pubblico) dissidente di destra, il forzista Giulio Gallera. Ieri pomeriggio il Consiglio regionale ha affossato definitivamente la proposta di legge sul fine vita in Lombardia, che non sarà nemmeno discussa dall’aula. Con 43 voti a favore e 34 contrari, la maggioranza di centrodestra ha infatti approvato la pregiudiziale di legittimità costituzionale sollevata in commissione dal consigliere di FdI Matteo Forte.
Secondo l’aula la competenza a occuparsi della materia non è regionale, ma statale. Sul tema deve intervenire il Parlamento. Posizione in totale contraddizione con la mozione per censire e sgomberare i centri sociali, proposta subito dopo sempre da Fdi con Giacomo Zamperini e approvata con 42 voti favorevoli e 20 contrari. Ma d’altronde, secondo le opposizioni, lo stop procedurale del Pirellone sul fine vita aveva il solo scopo di «evi-tare una discussione sul merito».
Dopo mesi di discussioni prevale quindi la linea di FdI, da sempre contro al progetto di legge di iniziativa popolare presentato a gennaio dal Comitato Liberi Subito e dall’Associazione Luca Coscioni, elaborata in base alle indicazioni della Consulta sul suicidio assisti-to, per dettare delle regole univoche alle strutture sanitarie sul territorio. «Il Consiglio regionale della Lombardia si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale già è obbligato a fare: dare risposta a chi chiede di essere aiutato a morire», protesta il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, presente in aula. «È un atto di irresponsabilità nei confronti delle persone malate e dei medici, privati di ogni garanzia sui tempi e sulle modalità per chiedere e ottenere l’aiuto alla morte volontaria». Ma la battaglia dell’Associazione Coscioni non si ferma: se non sarà garantita la concreta messa a disposizione del farmaco eutanasico «saremo noi a farlo in obbedienza civile alla legge dello Stato», assicura Cappato.
Critiche tutte le opposizioni. Il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino, parla di «viltà da parte della destra». «Rifiuta di assumersi le proprie responsabilità», aggiunge Onorio Rosati (Avs). Per Michela Palestra (Patto Civico) la maggioranza «è capace solo di girare la testa», per Andrea Di Marco (M5S) «c’è poco da stupirsi che i cittadini non votino, se quando partecipano non li ascoltiamo».
Sul tema è intervenuta anche la segretaria del Pd lombardo, Silvia Roggiani: «Una destra ipocrita e irresponsabile decide di non decidere». Eppure sono stati bipartisan i tentativi di non fermare l’iter sul fine vita. La consigliera Carmela Rozza (Pd) ha esortato la maggioranza a «liberarsi dalle catene di partito e usare il proprio cervel-lo». Giulio Gallera di Forza Italia, che si è pubblicamente discostato dalla sua coalizione, ha aggiunto: «Il modello liberale della Lombardia mette al centro la libertà di scelta. È il momento di garantire libertà di scelta anche sul tema dei diritti e del fine vita». Ma i loro appelli, come era ampiamente atteso, non sono serviti a nulla.

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