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Con Amicone eravamo divisi in politica, ma uniti in una comunità umana

20211031_125707(MIANEWS) Milano, 19 OTT – “Fatico ancora a credere al messaggio che mi è arrivato alle 5.48 da Mario Mauro. Luigi Amicone non c’è più. Quel barricadero che avevo conosciuto come autore di infuocati editoriali negli anni del mio liceo, e che poi ho conosciuto come collega sugli scranni di Palazzo Marino, ha concluso la sua irrequieta corsa questa notte.
Divisi, ma uniti. Questo è il ricordo che mi rimane degli ultimi anni passati fianco a fianco all’opposizione a Milano. Eletti in liste diverse, spesso con idee, sensibilità e approcci diversi. Espressione di generazioni diverse: lui, figlio di don Giussani, che ha conosciuto gli anni dei conflitti e degli scontri ideologici; io più figlio di quel tempo che il nostro don Gius descriveva come caratterizzato da un ‘effetto Chernobyl’, in cui il crollo delle ideologie ha come modificato i nostri organismi dall’interno rendendoli ‘affettivamente scarichi’. È probabilmente per questo che una volta il Corriere descrisse Luigi come l’uomo delle battaglie perse, perché lottava con tutto sé stesso contro le conseguenze di questo effetto Chernobyl e si accendeva ancora di più di fronte ad un mondo e a intere generazioni in cui quel che sembra dominare è solo la moda o il mainstream. Eravamo divisi, discutevamo spesso delle nostre diverse scelte politiche, dello nostra società, della nostra Chiesa, ma uniti. Uniti in una comunità umana che ci ha spesso assimilati agli occhi di chi ci vedeva alternarci l’un l’altro nell’intervenire, unici in aula, su certi temi sensibili. Non solo sui cosiddetti ‘etici’, ma anche a difesa del nostro ex collega Pietro Tatarella, detenuto in carcere per decine di giorni come un pericoloso terrorista. Battaglie perse, forse. O che lasciano un segno, nel tempo. E seminano“. Così in una nota il capogruppo di Milano Popolare a Palazzo Marino Matteo Forte.

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