di Sara Bettoni, da Il Corriere della sera di giovedì 31 ottobre
La maggioranza porrà la questione di costituzionalità. Il progetto di legge sul suicidio assistito arriverà in aula il 19 novembre ma probabilmente non verrà votato dai consiglieri lombardi. «La questione non compete alla Regione» secondo Fratelli d’Italia, che detta la linea al centrodestra.
«Falso, la maggioranza abbandona i cittadini che vivono situazioni di estrema gravità e fa “Ponzio Pilato”», per le opposizioni. Il centrodestra infatti, tramite il relatore Matteo Forte (Fdi), ha spiegato che presenterà una pregiudiziale di legittimità costituzionale del testo, affermando che si tratta di una questione nazionale. Con tutta probabilità verrà approvata, al netto di sorprese in aula e quindi non si procederà al voto del pdl. Di fatto verrà cosi «boicottata» la discussione nel merito e allo stesso tempo si eviterà che emergano spaccature sul fine vita tra i vari partiti di maggioranza.
Dieci mesi fa l’associazione Coscioni ha presentato il pdl «Liberi subito», supportato da oltre 8 mila firme, con l’obiettivo di stabilire tempi e procedure con cui la sanità regionale deve assistere i cittadini che scelgono il fine vita, alla luce della sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale. Ieri le commissioni Affari istituzionali e Sanità hanno bocciato il pdl, con l’astensione della maggioranza e l’ok della minoranza. Stesso schema nel voto degli emendamenti. Unica eccezione il forzista Giulio Gallera, che ha alzato il braccio in sostegno di quasi ogni modifica. «Sono un liberale che non si nasconde – spiega – . Il compito di chi rappresenta le istituzioni è mettere il cittadino delle condizioni di esercitare la propria libertà. Non dobbiamo fare una scelta etica, religiosa o morale, ma creare le condizioni per cui un cittadino possa scegliere». E la questione di costituzionalità? «Ci si trincera dietro la pregiudiziale perché si vuole dare l’idea di una compattezza della maggioranza che invece al suo interno ha più persone che hanno la mia sensibilità». Non ultimo il governatore leghista
Attilio Fontana, che a settembre aveva detto: «Ho sempre pensato che su temi etici di una rilevanza così importante ognuno di noi debba affidarsi alla propria coscienza». Una libertà richiamata anche dal leader della Lega Matteo Salvini.
Per Forte «ci sono già tre pareri tecnico-legali contrari. La competenza è dello Stato».
Non nasconde tuttavia la sua contrarietà nel merito. Secondo Emilio Del Bono (Pd), vicepresidente del Consiglio, «la Regione ha tutta la competenza necessaria, avendo in carico la gestione della sanità». Più dura Carmela Rozza, relatrice di minoranza. «Il centrodestra ha deciso di abbandonare a se stessi i cittadini che vivono situazioni di estrema gravità.
Oggi la Regione applica una procedura parziale nel riconoscere il diritto al fine vita, senza poi concluderla. Il risultato è che chi ha i soldi e la possibilità ottiene il diritto, altri no.
Stiamo aprendo al mercato nero del farmaco per il suicidio assistito?».
Secondo Nicola Di Marco, capogruppo M5s, «i partiti di maggioranza invece di esprimersi hanno preferito nascondersi dietro la ricerca di cavilli» e pone l’accento sulle «strutture sanitarie che stanno operando nel rispetto della pronuncia della Corte senza alcuna copertura». «Il centrodestra volta la faccia alla sofferenza delle persone», aggiungono Michela Palestra e Luca
Paladini del Patto Civico. L’ultima voce è quella di Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni. «Chiediamo al presidente Fontana di fare da garante dei diritti di partecipazione popolare impegnandosi, innanzitutto come consigliere, a esaminare la proposta nel merito