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IMU: ceto medio e imprese sotto torchio

Dall’audizione di quest’oggi di Tabacci in Commissione Bilancio, si viene a sapere che l’Imu sulla prima casa sarà al 4 per mille. A detta dell’assessore,  a consentire l’aliquota minima sulla prima casa sono “gli introiti Irpef” previsti con la rimodulazione delle aliquote sull’addizionale comunale rispetto allo scorso anno. Cioè un aggravio dell’addizionale sui redditi sopra i 49mila euro. Si continua a gravare sul ceto medio e si prosegue con la politica del “dare con una mano” e “togliere con l’altra”. 

Tabacci ha poi spiegato che sulle seconde case sarà applicata l’aliquota massima dell’1,06 per cento. Il titolare del Bilancio ha però spiegato che sono previsti “consistenti sconti” agli anziani e disabili residenti in strutture protette e proprietari di una casa non locata, alle cooperative a proprietà indivisa, agli immobili Aler e a quelli affittati a canone agevolato. Tuttavia non scioglie le riserve su quanto paventato dalla sezione lombarda della Confartigianato lo scorso martedì 22 maggio. «Il nostro Osservatorio – ha spiegato il Presidente Giorgio Merletti – calcola che l’applicazione dell’IMU in Lombardia, considerando l’applicazione dell’aliquota base, costerà alle imprese un aumento del prelievo fiscale di 630,8 milioni di Euro, con un incremento del 65,1% rispetto al prelievo derivante dall’aliquota Ici, che potrebbe raggiungere addirittura il 130,3%».

Come al solito, insomma, la Giunta arancione è tutta preoccupata a far tornare i conti di Palazzo Marino e mostra di non avere uno straccio di idea di sviluppo della città. Lo sforzo e l’attenzione sono sempre sull’amministrazione, mai sulla città e il suo tessuto economico.
 

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