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L’altro lato dell’emergenza casa. Gli enti sanitari hanno 843 alloggi e 542 di questi sono sfitti o inagibili.

Dati raccolti da Rozza (Pd): «Ma il centrodestra ha bocciato la mozione per recuperarli e darli agli infermieri». La replica di Forte (Fratelli d’Italia): «Siamo già al lavoro». Solo a Milano gli appartamenti vuoti sono 306 su 508. 

 

di Giambattista Anastasio, su il Giorno – ed. Milano di mercoledì 8 ottobre 2025.

 

Il fenomeno delle tante, delle troppe case sfitte non riguarda solo l’edilizia pubblica e chi la gestisce, non riguarda solo le Aler o MM. C’è, infatti, una realtà parallela a questa, una realtà che resta quasi sempre al buio e sulla quale ha fatto luce un accesso agli atti di Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd. Si tratta delle case di proprietà degli enti sanitari lombardi, quindi delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS), delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) e degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).
Questi enti hanno un patrimonio immobiliare destinato ad uso abitativo pari a 843 alloggi, eccezion fatta per l’ASST Fatebenefratelli Sacco e il Pio Albergo Trivulzio (PAT), non compresi nella statistica. Ma di questi 843 alloggi ben 542 sono sfitti o inagibili. Detto altrimenti: tra l’una e l’altra fattispecie, gli appartamenti vuoti oggi sono il 64,3% del totale di quelli di proprietà degli enti sanitari che, evidentemente, non hanno personale e strutture da destinare alla gestione immobiliare, essendo un altro il loro core business.
Ma in Lombardia e a Milano problemi quali l’alto costo della vita, gli alti prezzi del mercato immobiliare privato, lo scarso appeal e le annose difficoltà dell’edilizia residenziale pubblica sono particolarmente acuti, tanto acuti da poter essere riassunti in due parole: emergenza abitativa. A tutto questo si aggiunge la carenza di personale sanitario, e in particolare di infermieri, nella quale si dibatte anche la sanità lombarda: gli accordi per l’arrivo di infermieri uzbeki ne rappresentano solo l’ultima prova. Da qui, allora, la mozione presentata ieri in Consiglio regionale dal Pd, con la stessa Rozza come prima firmataria, una mozione con la quale si voleva impegnare la Giunta regionale a «provvedere entro la fine del mese di novembre a censire tutto il patrimonio abitativo di proprietà degli enti sanitari con indicazione dello stato dello stesso: occupato, sfitto o inagibile; a valutare la possibilità di affidare la gestione del patrimonio abitativo degli enti ad Aler, corredando l’affidamento con lo stanziamento delle risorse finanziare necessarie alla riqualificazione del patrimonio al fine di recuperare una dotazione di alloggi disponibili da mettere a disposizione degli enti sanitari pubblici pronti da assegnare al loro personale». La mozione, pero, è stata respinta dalla maggioranza di centrodestra. Un “no” che ha provocato la reazione della stessa Rozza.
«Il Consiglio regionale ha bocciato una mozione del Partito Democratico che chiedeva di censire e recuperare gli alloggi sfitti di proprietà degli enti sanitari lombardi per destinarli a infermieri e operatori sanitari. In un momento in cui mancano infermieri e il costo delle case è altissimo – sottolinea la consigliera regionale del Pd – la Regione lascia centinaia di appartamenti pubblici vuoti e inagibili. È uno spreco inaccettabile». Dai dati raccolti dai Dem, gli enti sanitari lombardi, come detto, possiedono 843 alloggi, di cui 542 sfitti o inagibili. A Como 62 su 63 sono inutilizzati, a Brescia 43 su 88, a Milano 306 su 508, con il Policlinico e l’ATS che da soli contano oltre 200 appartamenti vuoti. Il Pat ne ha 982, dei quali 219 vuoti). «Non chiediamo di togliere la proprietà agli enti – precisa Rozza – ma di aiutarli con risorse regionali, affidando la gestione ad Aler e recuperando gli alloggi senza gravare sui bilanci della sanità.
Mentre l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, annuncia infermieri dall’Uzbekistan, la Regione non ha neppure un posto dove farli dormire. Bocciando la nostra proposta concreta – conclude la consigliera Dem – questa maggioranza si è dimostrata ancora una volta incapace di rispondere ai bisogni veri dei lombardi e priva di qualsiasi visione. Si parla di autonomia solo quando serve per fare propaganda, perché sul diritto alla casa la Regione ha tutte le competenze, ma non fa assolutamente nulla. Se davvero chi governa questa regione credesse nell’autonomia, la userebbe per risolvere i problemi dei lombardi.
Ma non ci fermeremo, presenteremo nuovi atti e non escludiamo un’istanza per danni erariali». A replicare è Matteo Forte, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: «La decisione politica è già stata presa e il lavoro è in corso: per questo Fratelli d’Italia ha votato contro la mozione sulla gestione del patrimonio abitativo degli enti sanitari. Con un mio ordine del giorno approvato nel dicembre 2023 il Consiglio aveva già impegnato la Giunta a censire il patrimonio immobiliare sanitario e ad affidare alla Fondazione IRCCS Cá Granda – Policlinico di Milano lo studio finalizzato a individuare le diverse opzioni di gestione e valorizzazione del patrimonio sia abitativo che agricolo degli ospedali. Un provvedimento di cui sono stato prima firmatario e che sta già producendo risultati col censimento di 680 appartamenti, di cui 422 liberi e 317 dichiarati agibili».

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