(ANSA) – MILANO, 11 DIC – Di nuovi immigrati, praticamente non ne sono arrivati (”crescita pari a zero o quasi”), ed è prevedibile che sarà così’ almeno fino a quando le opportunità di lavoro in Italia saranno scarse. Quelli che già ci sono si stabilizzano meglio e i cosiddetti clandestini diminuiscono. In parallelo aumentano, però, gli italiani che cercano fortuna all’estero: lo scorso anno sono stati più numerosi dei nuovi arrivati in Italia. La crisi economica internazionale, dunque, ha contribuito a modificare le tendenze e anche i luoghi comuni sull’immigrazione degli ultimi decenni: a fotografarla è il Rapporto sulle migrazioni 2012 (sul 2011) realizzato dalla Fondazione Ismu e presentato a Milano alla Fondazione Cariplo.
Per il futuro, la ricerca conferma che in Italia l’incidenza dell’immigrazione sarà sempre più elevata, dall’8% attuale al 18% previsto nel 2041, circa 6 milioni di residenti stranieri in più. Per il momento però la crisi economica internazionale ha bloccato i flussi. All’inizio del 2012, in Italia la popolazione straniera era di circa 5 milioni 430mila persone, di cui il 90% residenti: un anno prima erano 5 milioni e 403mila, un aumento di 27mila (lo 0,5%) che fa parlare di ”un vero e proprio crollo rispetto al 2008-2009”, quando gli incrementi annui superavano il mezzo milione di persone. Nel frattempo, gli stranieri che nel 2011 si sono cancellati dall’anagrafe sono stati l’1% e il numero di irregolari stimato – da sempre uno degli argomenti utilizzati in negativo nel capitolo immigrazione – è calato del 26%, da 326mila a 117mila.
Curioso notare che, anche per effetto della stessa crisi, al primo gennaio 2012 risultavano invece aumentati del 9% sul 2010 gli italiani emigrati all’estero, diventati più di 4,2 milioni (50mila nel solo 2011), ovvero ”poco meno degli stranieri in Italia’‘. Che sono soprattutto romeni, marocchini e albanesi, e in futuro saranno sempre piu’ cinesi, indiani e filippini. L’andamento dei flussi, insomma, racconta una trasformazione in cui l’Italia adesso è, in Europa, un Paese meno preferibile – dal punto di vista delle opportunità – rispetto per esempio a Francia e Gran Bretagna. Intanto però gli immigrati che vivono nella Penisola ricoprono un ruolo stabilizzato, che segnala di fatto un’agenda di priorità nell’istruzione e nel welfare. Se infatti il numero di permessi per motivi di lavoro è crollato (in particolare nel Nord del Paese), nello stesso tempo restano sostenuti quelli per i ricongiungimenti familiari, oltre che per le richieste di asilo. Sono in aumento i soggiornanti di lungo periodo, il numero di minori stranieri residenti (soprattutto ormai nati in Italia) e lo saranno sempre più gli stranieri ultrassessantenni. Abbastanza stabili i dati sulla criminalità, benché sia diminuita l’incidenza dei detenuti stranieri.
L’Ismu offre dati su cui probabilmente la politica, alla vigilia della campagna elettorale, sarà chiamata a riflettere. Ma offre anche un’altra indicazione: secondo i dati raccolti dalla commissione Ue, ”per i cittadini europei l’immigrazione è tra gli ultimi problemi che in questo momento affliggono l’Europa”, diversamente da due anni fa. Prima, appunto, viene la situazione economica e quanto ne consegue.(ANSA).