(OMNIMILANO) Milano, 18 SET – “La disputa non è tra la posizione per la moschea e quella contraria, ma riguarda quale Islam si intenda legittimare“. E’ quanto scrive, in conclusione di un suo articolo pubblicato oggi dal settimanale Tempi, il consigliere popolare a Palazzo Marino Matteo Forte. In vista della commissione sul piano moschee, che secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo dovrebbe tenersi lunedì prossimo, il consigliere di minoranza scrive che «una delle responsabilità della giunta» sta «nell’aver legittimato e coperto sotto una coltre di pratiche clientelari un islamismo di matrice politica».
L’articolo si sofferma soprattutto sul Coordinamento delle associazioni islamiche milanesi, il Caim, due branche del quale hanno ottenuto «in uso gli uffici in via Dogana per uno sportello dedicato alle seconde generazioni di stranieri» e il permesso ad accogliere «60 siriani» profughi giunti in Stazione centrale presso «due realtà affiliate: la Moschea Mariam di Cascina Gobba e il ben più noto centro di viale Jenner».
Il consigliere d’opposizione ricorda che il Caim è coordinato da «Davide Piccardo, candidato alle ultime amministrative con Sel, nonché figlio di Hamza, già segretario generale dell‘Ucoii, realtà controversa perché ritenuta in continuità ideologica con i Fratelli musulmani, oggi messi fuori legge in quasi tutto il mondo arabo». Forte, infine, ricorda che proprio Piccardo «si è distinto per aver invitato a predicare all’Arena nell’estate del 2013 il siriano Al Bustanji, visibile su youtube mentre in tv incoraggia i minori al martirio contro Israele», ma anche che il Caim ha ospitato in una delle sue moschee Musa Cerantonio, «un 29enne australiano di origini italiane convertitosi all’islam radicale», che «predica su internet e in tv, ispirando centinaia di occidentali ad andare a combattere in Siria per cacciare Bashar al Assad».