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Più incassi Imu del previsto. E il Comune che fa?

I milanesi hanno versato 239 milioni di euro di Imu. L’incasso al momento ha superato le previsioni d’entrata di circa il 10%. Al di là dei commenti trionfalistici degli esponenti della maggioranza, c’è da notare che i nostri concittadini hanno risposto oltre ogni aspettativa ai sacrifici richiesti a fronte di un Comune che non è stato in grado di fare altrettanto. Infatti Palazzo Marino ha aumentato le spese invece di stringere la cinghia come tutti. Il dato emerso ieri dovrebbe far riflettere chi amministra la città per ripensare le scelte strategiche per il futuro di Milano.

Se il trend positivo delle entrate Imu sarà confermato si può pensare ad un voucher per le imprese che creano un’occupazione di qualità per i giovani, visto i 72mila under 30 che né studiano e né lavorano. Magari premiando chi propone percorsi di apprendimento in assetto lavorativo. Così come è possibile pensare di premiare quelle aziende o reti di imprese che adottano politiche di welfare che vanno incontro alle esigenze delle lavoratrici madri (asili aziendali, servizi di babysitting, ecc.) o iniziano un rapporto di lavoro con una donna nei mesi successivi al parto. Sarebbe una modalità per tentare di rispondere ad un’altra emergenza che la città vive, ovvero quella demografica. Il numero medio dei nati per donna calcolato dall’Istat sul totale delle residenti italiane e straniere in città è di 1,46, dato non sufficiente al necessario pareggio tra natalità e mortalità. Questo perché spesso le donne hanno paura di essere espulse definitivamente dal percorso lavorativo, causa ormai di vera esclusione sociale.

La capogruppo del Pd, Carmela Rozza, ha dichiarato che quel “tesoretto” proveniente dall’Imu sarà reinvestito nel fondo anti-crisi. Nulla in contrario. Ma perché non pensare a nuove modalità di erogazione come quelle proposte a favore di categorie e fasce della popolazione maggiormente esposte ai rischi della crisi?

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